Il declino del giornalismo italiano
“Non giriamoci intorno, mi faccia capire subito una cosa….”
“Quasi tutti i capi di Stato e di governo hanno telefonato a Biden. Non risulta che lei lo abbia fatto…”
“Sicuro di reggere fino a fine legislatura?”
Sono solo alcune domande fatte da un giornalista durante una recente intervista al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Sia chiaro che la mia non è un critica verso questo giornalista, ci mancherebbe, lui fa solo il suo lavoro..se poi lo faccia bene o male saranno i suoi lettori a deciderlo.
Sono un piccolo editore giornalistico, quindi non sono certo “contro” il giornalismo, anzi ritengo abbia un ruolo importantissimo e necessario in una Repubblica.
Ma io affermo da tempo che i toni che un reporter dovrebbe usare dovrebbero essere diversi, specialmente quando si interloquisce con la seconda carica dello Stato Italiano.
Credo che sia necessaria una vera e propria rivoluzione dell’editoria nostrana, fatta troppo spesso di sciacallaggio giornalistico, affermazioni becere, opinioni politicamente orientate.
Ma soprattutto credo ci sia bisogno di educazione e rispetto.
Ho spesso visto giornalisti in conferenza stampa a Palazzo Chigi che si rivolgevano al Presidente del Consiglio senza salutare all’arrivo o al commiato e a volte senza ringraziare per le risposte.
Io saluto e ringrazio anche la persona che mi fa il caffè al bar, perché così mi è stato insegnato e ritengo sia una forma di rispetto verso gli altri, quindi figuriamoci se posso concepire un giornalista che non porge un saluto all’avvio di una intervista al Presidente del Consiglio dei Ministri!
Che sia Conte o meno non me ne può fregare di meno, io sto parlando dell’educazione di base, quella che si insegna ai bambini, perché le persone si aspettano un saluto in una società che si definisce “civile”.
Tu che stai leggendo queste righe: dimmi sinceramente: ti sogneresti mai di NON salutare il Presidente del Consiglio incontrandolo e prima di fargli una domanda?
Che tu sia un idraulico, un professore o un disoccupato, sono certo che il tuo saluto non mancherebbe, peché, ripeto per la tera volta, si tratta di educazione.
E se questa mancanza di educazione arriva da un laureato ceh lavora nel campo della comunicazione giornalistica, ovvero qualcuno che scrive cose che saranno lette da migliaia o milioni di persone…. allora c’è qualcosa che non va, e questa cosa è il giornalismo italiano, nella sua stragrande maggioranza.
Se i giornali sono in crisi nera, ormai da tempo, è perché hanno sbagliato strategia e soprattutto hanno dimenticato che il loro compito primario è INFORMARE, non prendere posizioni.
E’ una delle regole fondamentali del giornalismo, ma pare che nessuno se lo ricordi più…. con i risultati conseguenti.
Aggiungo che un giornalista dovrebbe farlo adeguandosi ai momenti storici, specialmente come quello che stiamo vivendo, non solo in Italia.
Fomentare la situazione con continui “pungoli” atti solo a creare “share” non fa bene a nessuno… e la dimostrazione è data dai numeri che dicono, da tempo, che senza i contributi pubblici, il 70% dei giornali oggi sarebbe già chiuso!
Per questo spero vivamente che il giornalismo italiano riesca a tornare alle origini, dove le “penne” erano lette con estrema attenzione da tutti, anziché lavorare con l’ansia da click sui social e gli articoli usa-e-getta.